Le affezioni dolorose acute e croniche della colonna lombare sono in continuo aumento ed incidono notevolmente sul consumo di farmaci, oltre ad essere responsabili della perdita di numerose ore lavorative nella popolazione attiva.
Negli USA, ad esempio, circa il 20% delle persone ricorre al medico per disturbi di tipo reumatico, che sono il più delle volte lombalgie e sciatalgie.
Ciò comporta ovviamente dei problemi di ordine terapeutico, poiché non è sempre agevole la scelta di un trattamento adeguato.
In queste patologie, inoltre, la terapia medica deve essere protratta per molto tempo e aumenta così il rischio di effetti collaterali. Basti pensare, ad esempio, ai problemi che si creano ad una persona sofferente di gastrite o ulcera quando debba assumere per molto tempo farmaci antinfiammatori!
Se alcune volte con la terapia farmacologica si ottengono risultati apprezzabili in altri casi invece i dolori, anche senza danni importanti, risultano resistenti a tutti i trattamenti (farmaci, fisioterapie ecc.).
Queste osservazioni sono comuni nella pratica medica quotidiana. Infatti è estremamente diffuso il riscontro di lombalgie ormai cronicizzate nonostante i pazienti abbiano effettuato tutte le cure specifiche, a volte anche dopo intervento chirurgico!
LOMBALGIE
Sono i dolori della zona lombare o sacrale, cioè del tratto basso della colonna vertebrale. Essi vengono considerati come la conseguenza di un processo artrosico a questo livello.
SCIATALGIE
Si tratta di dolori dovuti a un'infiammazione del nervo sciatico: un lungo nervo che esce dalle ultime vertebre della colonna vertebrale (tratto lombare e sacrale) per scendere, attraverso diverse diramazioni, fino al piede.
Anche se alla base c'è sempre un processo artrosico, il dolore può essere causato da situazioni traumatiche (sforzi, posizioni scorrette, cadute, affaticamento) o da infiammazioni muscolari.
Nelle lombalgie acute, spesso chiamate nel gergo comune "colpo della strega", l'azione dell'agopuntura è spesso rapida e sorprendente, con "sblocco" del dolore anche dopo una sola seduta!
L'azione antalgica, antinfiammatoria e decontratturante dell'agopuntura verrà ripetuta dopo 5-6 giorni di distanza dalla prima seduta.
Mediamente sono sufficienti tre o quattro applicazioni per risolvere il problema.
Le lombalgie croniche richiedono invece un numero maggiore di applicazioni (sei o sette sedute) effettuate una volta la settimana. Noi preferiamo praticare un primo ciclo di tre sedute, poi una pausa di 15 giorni, quindi altre tre o quattro sedute.
In agopuntura è importante saper "dosare" la frequenza delle sedute, che non è meno importante della giusta scelta dei punti, ai fini del risultato. Si è visto in effetti che se un trattamento viene ripetuto troppo di frequente il paziente anziché migliorare o aggrava o si arresta nel miglioramento.
Vogliamo riportarvi, come esempio recente, quello di un signore che ci ha telefonato tempo fa, dicendoci di soffrire per una sciatalgia e che aveva già fatto 6 sedute di agopuntura senza alcun risultato. Quando gli abbiamo chiesto da quanto tempo soffriva, la risposta è stata: "da sette otto giorni" ! Ciò vuol dire che questo signore aveva fatto sei sedute praticamente una volta al giorno e l'ultima il giorno prima della sua telefonata! Ovviamente non potevamo praticargli la settima seduta a due giorni dalla sesta! Lo abbiamo fatto attendere otto giorni ed è stata sufficiente una sola seduta per far scomparire completamente il suo dolore, già appena alzatosi dal lettino!
Molto spesso riusciamo a sbloccare un dolore acuto lombare o una sciatica con uno o due aghi sull'orecchio ma, ciò che è più sorprendente: IN MENO DI UN MINUTO!
Il risultato è tanto più evidente quanto più la sintomatologia è recente.
Le sciatalgie acute rispondono anch'esse in maniera rapida. Lo stato di dolore e di contrattura lombare si elimina entro un paio di sedute, mentre occorre un po' più di tempo prima che si risolva il dolore lungo la gamba.
Le sciatalgie croniche vengono trattate con la stessa frequenza di una seduta la settimana ma la guarigione richiede tempi un pò più lunghi. Occorre infatti più tempo per "riattivare" il nervo sciatico e quindi veder scomparire le zone addormentate e i formicolii, se presenti.
Migliaia di casi trattati ci dimostrano comunque che anche queste forme possono guarire completamente ed gli l'esami possono confermare la ripresa del nervo dopo i trattamenti.
Sentiamo dirci alcune volte che l'agopuntura non cura ma toglie soltanto il dolore! Ciò è falso in maniera categorica. Se l'Agopuntura fosse soltanto una terapia antalgica essa non si distinguerebbe affatto dai farmaci antinfiammatori e quindi andrebbe effettuata tutti i giorni, come tutti i giorni vanno presi questi farmaci: L'agopuntura, invece, toglie il dolore perché agisce profondamente sul contesto infiammatorio e in maniera selettiva, cioè lì dove c'è il problema.
Se c'é l'ernia del disco?
In questi casi come è possibile ottenere la guarigione?
Innanzi tutto in presenza di una sciatica c'è quasi sempre un'ernia discale. Possiamo però affermare che soltanto una esigua percentuale di casi (5-6%) ha bisogno dell'intervento chirurgico. Tutti gli altri casi guariscono perfettamente nonostante il fatto che l'ernia rimanga lì al suo posto. Evidentemente il processo doloroso è scatenato dall'ernia ma solo in maniera "indiretta". Si creano probabilmente delle sacche di infiammazione (liquidi) intorno alle radici del nervo e queste comprimono il nervo.
Dunque: liquido, compressione, irritazione del nervo e dolore. Questa è senz'altro la sequenza logica della patologia.
L'Agopuntura agisce sulla prima fase, eliminando cioè la sacca infiammatoria e tutto si risolve, nonostante l'ernia. E' così che tantissime persone, con ernia diagnosticata da molti anni, vivono tranquillamente senza limitazioni e senza alcun disturbo sul nervo sciatico. Come pure ci sono molte persone che hanno sicuramente un'ernia del disco senza saperlo e senza aver mai avuto alcun disturbo. A riprova di ciò è anche il fatto che diverse volte la sciatalgia si mantiene inalterata anche dopo l'intervento chirurgico, quindi non si è risolto il problema alla base. L'intervento chirurgico va riservato a quei pochi casi dove si verifica una compressione vera sul midollo, con disturbi neurologici evidenti.
Che fine farà l'ernia del disco?
essendo il disco una sostanza gelatinosa, ricca di acqua, una volta fuori dalla sua sede naturale tenderà a ridursi di grandezza per disidratazione e spesso si calcifica. In tal modo si riducono ulteriormente la possibilità che irritare le radici nervose. Non sono rari anche i casi in cui si osserva anche il suo "rientro" in sede naturale.